Quattro chiacchiere sulla scena del crimine
Mirco Sacher è stato trovato morto alla periferia di Udine. Due ragazze di 15 anni hanno dichiarato di averlo ucciso, soffocandolo, per difendersi da un tentativo di violenza sessuale.
Le indagini si sono aperte con una denuncia contro ignoti perché gli investigatori devono verificare la tesi delle ragazze che sono in stato di fermo.
Di solito, quando si fanno le indagini, ci si organizza innanzitutto per preservare la scena del crimine, ovvero il luogo in cui è stato ritrovato il cadavere che non è necessariamente anche il posto dove si è consumato il delitto. Il corpo potrebbe essere stato portato lì da morto. E la persona, quindi, potrebbe essere stata uccisa da un’altra parte. Si cercano segni di trascinamento, magari residui, impronte di scarpe, cose così insomma. Per cui camminare e stazionare sulla scena del crimine non è una scelta vincente.
Stagione dopo stagione (siamo alla 13esima) CSI ha insegnato che sulla scena è meglio non pasticciare troppo, andarci vestiti adeguatamente, evitare di sparpagliare dna (quello che ognuno di noi si porta appresso) e altre tracce. Perché poi è piuttosto difficile andare a cercare di separare le prove dagli errori.
Incredbilmente non lo dice solo CSI (e sarebbe sufficiente guardare, anche svogliatamente, qualche episodio per imparare qualcosa) ma qualsiasi manuale di intervento sulla scena del crimine, uno per l’altro, senza andare a cercare il top del top. Sulla scena si va con le tute, con i calzari e non ci si affolla tutti insieme. Leggi tutto…
Santi e martiri: delitti e scene del crimine
La religione cristiana (cattolica, in particolare) ha un occhio di riguardo per le vite dei santi. Il folklore, poi, ha fatto il resto, per cui, anche chi è ateo, sa che santa Lucia è la protettrice di oculisti e ciechi (oltre che degli elettricisti che, bene o male, hanno sempre a che fare con la luce), san Biagio è quello giusto da invocare in caso di mal di gola e, si è di Palermo, si avrà un occhio di riguardo per santa Rosalia.